Header
      of the website

👉 English UK Flag

Intensa, intima Taipei




Dopo mesi apro l'armadio. Dopo mesi riprendo il primo giubbetto, non troppo pesante. Queste sono temperature che a Taipei solitamente non si raggiungono ad ottobre: è necessario attendere fino a novembre inoltrato, sempre se non ci sia sole.

Ma i ricordi schizzano a quei giorni tardo autunnali di qualche anno fa, bagnati di pioggia e lacrime. La prima che giungeva provvidenziale a nascondere le seconde. Grazie, Taipei mia. Due volte mi hai accolto, per due volte mi sono sentito parte del tuo ecosistema fatto di odori e motori, di innovazione e contrasto architetturale. Di frenesie quotidiane e di sincere parentesi di serenità. Ne avevo bisogno.

Taipei attraverso un vetro
Taipei attraverso un vetro

Non ho mollato tutto, ma è stato un periodo particolare in cui ho avuto bisogno di staccare. Per qualche mese me ne sono fuggito dove mi era più facile. L'ho fatto due anni di fila e mi rendo conto di essere stato un privilegiato, sia per la possibilità di mettere in “pausa” la mia vita, sia per aver avuto tra le mani una scappatoia facile facile. Ma ho sentito l'esigenza troppo forte di affrontare un periodo di debolezza. Situazione peculiare: io, italiano, a Taipei. Mia moglie, taiwanese, a Roma. Mi ha supportato e sopportato. Eppure è così che è andata: mi sono messo su un aereo e sono partito. Una volta lei mi ha accompagnato, un'altra mi ha invece raggiunto.

In teoria, avevo i miei impegni. Ho fatto da assistente ad un corso universitario di insegnamento di italiano. E oggi avrei anche una licenza (inutilizzata) per insegnarlo agli stranieri. Inoltre sono andato a migliorare il mio mandarino. E oggi, tutto sommato, me la cavo discretamente. In pratica, però, a parte qualche occasionale incontro sociale, sono stati mesi densi di solitudine. Da studente c'era sempre un certo distacco a livello anagrafico. Il primo anno ero troppo giovane rispetto alle mie compagne di corso: delle simpatiche signore giapponesi che accompagnavano i rispettivi mariti in un periodo di lavoro a Taiwan. La seconda volta ero invece un po' troppo vecchio. Per di più sposato. E poiché frequentavo un corso di livello intermedio, quasi avanzato, quasi tutte le mie compagne di corso erano altre ragazze asiatiche che avevano una certa dimestichezza con sonorità e ideogrammi del mandarino. Tutti fattori che rendevano l'interazione troppo complicata. Persino quella durante le lezioni.

Taipei di notte #1
Taipei di notte #1

D'altronde questo fatto in Asia mi si ripropone, quasi mi perseguita. Io in Asia, e in parte anche in Italia, sono sempre circondato da donne. Voi direte: “Ma non è una fortuna?”. Lo sarebbe stata una ventina di anni fa, forse. Non ora, essendo sposato da più di dieci e sentimentalmente soddisfatto. E anche se fossi nella situazione opposta... Tanto non ci ho mai saputo fare con le donne.

In definitiva, quindi, ero quasi sempre solo. Non credo di essere mai stato più “Stray” di quei mesi autunnali a Taipei.

Taipei di notte #2
Taipei di notte #2

Mi rivedo oggi, ma devo partire dalla notte, dalle luce di una città sempre molto illuminata, almeno per gli standard europei. Quello sono io, un uomo che ancora si sente un ragazzino, in giro per le strade, senza meta, in un sistema rumoroso, ma riassicurante. Mi guardo intorno, lascio che la vita mi entri dentro col respiro. Poi alzo gli occhi, vedo un cartellone pubblicitario con quella celebrità che, dicono, ha qualche tratto in comune con mia moglie. Io la somiglianza non ce la vedo, ma il mio pensiero va a lei. Ma non posso abbandonarmi ad esso, è una situazione che ho cercato io stesso. Pertanto riprendo a camminare.

Luci di Taipei
Luci di Taipei

Cammino, cammino sopra i tetti della città, corro facendo sfilacciare le luci al neon intorno a me. Percorro chilometri, giro in tondo per tante miglia, mi imbevo dell'umidità di Taipei fino a raggiungere il nuovo anno. A vedere i classici fuochi d'artificio del Taipei 101, quello che la prima volta che l'ho conosciuto era ancora il grattacielo più alto al mondo. Ma qui non sono solo, sono già alla conclusione della mia esperienza. Devo aver camminato un po' troppo.

Anno nuovo al Taipei 101
Anno nuovo al Taipei 101

La metro. Vivo a Tamsui (ne parlo qui), che è un po' distante dal centro di Taipei. E quindi anche dalla maggior parte delle mie destinazioni. Sono in pratica un pendolare, per necessità e per scelta. Passo tante ore sull'accogliente metro di Taipei. Leggo romanzi in italiano, ma pratico anche la mia lettura del mandarino, cercando di interpretare le scritte pubblicitarie. Soprattutto, però, medito e osservo.

Una ragazza siede accanto a me, passa almeno cinque minuti cercando di fare un selfie, arcuando la bocca in modo bizzarro, tipicamente asiatico. Avrei voglia di dirle che la foto verrebbe meglio con un'espressione naturale. Ma mi trattengo. Avrò fatto bene o male?

Metro di Taipei
Metro di Taipei

Tante divise scolastiche, tanto movimento. Succede ogni volta che sale una persona anziana, per lasciarle il posto a sedere. A volte capita che una persona mi sorrida. E un po' riesce a scalfire la mia solitudine. Sono sempre il benvenuto qui.

Sono circa le 10 di sera. Sono andato a vedere uno spettacolo e sto tornando. Un ragazzo americano attacca bottone con me sulla metro. Due minuti di conversazione che non portano a nulla, se non a farmi sentire inadeguato in quanto a conoscenza del mandarino, che lui parla molto meglio di me. E lo capisco, anche se abbiamo conversato in inglese. Lui scende. Io proseguo. Proseguo sempre.

Taipei 101 visto da Xiangshan
Taipei 101 visto da Xiangshan

Poi le montagne. Ricomincio da un percorso facile. Xiangshan, la Montagna dell'Elefante, è praticamente dentro Taipei. Molti salgono qui per fare foto favolose del Taipei 101. Ma i gradini sono tanti e sono abbastanza ripidi. Una ragazza avanti a me affronta la salita lentamente, con passi cadenzati e misurati. Da sbruffone la supero e la lascio alle mie spalle. Arriverà in cima prima lei.

Traghetto tra Bali e Tamsui
Traghetto tra Bali a Tamsui

Ci riprovo salendo sulla Montagna di Guanyin. Questa salita è più lunga, ci parto preparato. No, non lo sono. Non ho portato da mangiare e non ci sono posti dove comprarlo lungo il percorso. Un signore che più o meno va alla mia velocità lo intuisce e mi offre un po' di tofu pressato. Mi aiuta ad arrivare su. Lo spettacolo ripaga la fatica. Ma non sono lì per dominare il mondo, bensì soltanto il mio animo. Poi riscendo dal lato di Bali (no, non quello in Indonesia, ovviamente). Giù in fondo c'è solo un parcheggio. E un altro po' di chilometri per arrivare in città. Oppure un autobus che raggiunge i luoghi più remoti. Sì, ma lo fa ogni due o tre ore. Un gruppo di signore che erano scese dietro a me si impietosiscono e mi caricano in macchina.

Tamsui: lungofiume
Tamsui: lungofiume

E da Bali a Tamsui c'è solo un fiume a separarmi. Di solito lo osservo sempre dall'altro lato. In quel fiume ho affogato i miei pensieri migliaia di volte, ne ho percorso le sponde per ore. Sì, l'acqua. Un altro elemento che mi è stato di grande aiuto.

Costa Nord di Taiwan
Costa Nord di Taiwan

A volte prendevo il bus che percorreva la costa nord di Taiwan ed andavo ad immergermi nel mare. In autunno? Sì, fino a metà novembre, in una giornata soleggiata è possibile. Mi trattenevo non più di un'ora, sempre in solitudine. Anche perché praticamente non c'era nessuno, se non qualche persona distante che passeggiava sulla battigia, lasciando che le onde accarezzassero al massimo le caviglie. Una bibita fresca guardando il mare. Magari una birra, quando la penombra iniziava ad incunearsi in un cielo inespressivo. E di nuovo il bus, a riportarmi ad un riposo di cui forse non avevo nemmeno bisogno.

Spiaggia a nord di Taiwan
Spiaggia a nord di Taiwan

Quando le temperature cominciavano a scendere, a sostituire il mare c'erano pur sempre le terme di Beitou. Andavo (e vado) sempre in quelle miste, in cui bisogna immergersi con il costume da bagno. Qui solitamente c'è qualche persona anziana che si incuriosisce e avvia una conversazione di routine. Di solito inizia con “Come mai sei a Taiwan?” E termina con una correzione: “Non ancora.” Questa è la classica frase di replica quando rispondo che “No, non ho figli”. Non vorrei però dare l'impressione sbagliata: a Taiwan la natalità è molto bassa, un po' come nella maggior parte dei paesi ad alto sviluppo economico.

Terme pubbliche a Beitou
Terme pubbliche a Beitou

Intorno a me la varietà di cibo era impressionante. Ma confesso di aver spesso optato per pasti rapidi ed economici. Spesso tornavo negli stessi posti, facendo lo stesso ordine. A volte mangiavo un sandwich o un semplice snack seduto su una panchina di qualche parco, mentre i vecchietti sullo sfondo facevano la loro ginnastica di gruppo quotidiana.

Cena #1

Meditavo ed osservavo. Dovevo far penetrare quanto più mondo possibile attraverso i miei occhi, in modo che le immagini si sostituissero a pensieri troppo ingombranti. Sono state giornate intense, proprio perché trascorse lentamente, senza pressioni esterne. La battaglia era dentro di me, non fuori. Taipei è stata spettatrice di un'anima in mutamento. E ha fatto il suo lavoro. Mi ha applaudito a volte, mi ha ammonito quando me lo meritavo. Empatica, eppur discreta. Grazie, Taipei.

Cena #2

Oggi ancora fallisco il più delle volte. E le persone continuano a deludermi. Il mondo quotidiano intorno a me si conferma lento, lento, lento, lento. Troppo, troppo lento per me. In quei mesi di pausa da tutto non ho fatto mia la lentezza, continuo a disapprovarla.

Panchina a Taipei
Panchina a Taipei

Ma ho imparato ad accettarla, almeno.



Ti potrebbe piacere anche:

Hong Kong featured photo
Gocce di Hong Kong
Japan featured photo
Il Giappone mi Conosce
Tamsui featured photo
Vedo Tamsui