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La mia folle Avventura Vaccinale




Un giovedì mattina sto facendo una ricerca su Internet legata alla distribuzione dei vaccini nel Lazio, la regione in cui vivo. E tra i primi risultati esce una notizia che non risponde alla mia ricerca, ma che invece copre pienamente la mia esigenza principale: vaccinarmi in tempi rapidi.

Open Day Over 30, nella piccola provincia di Rieti.

Non è necessaria alcuna prenotazione, basta presentarsi lì, mettersi in coda e ricevere il vaccino monodose. Non era stata troppo pubblicizzata e, per questo, risalire alla notizia per puro caso è stato un fantastico colpo di fortuna.

In realtà gli Open Day erano tre: venerdì, sabato e domenica. Quello di domenica, per uno che come me si muove con i mezzi pubblici, da Roma sarebbe risultato abbastanza inaccessibile: Amatrice, il luogo da cui prende il nome la famosissima “amatriciana”. Ma con un po' di impegno mi era possibile tentare la fortuna per le due sessioni di venerdì e sabato.

Inizio il venerdì, senza mia moglie, che non poteva per impegni di lavoro. Mentre io ho una certa flessibilità con gli orari. Ma come arrivare in un posto che nasce come un piccolo agglomerato urbano ai lati della via Salaria?

Provo a cercare un collegamento per Osteria Nuova, questo il nome del luogo dove saranno somministrati i vaccini. Tento e ritento, ma non trovo grandi soluzioni: finché non noto che posso combinare treno per Passo Corese con autobus extraurbano. Esperienza utile, perché proprio Passo Corese è il posto per l'open day del giorno successivo.

Si parte! Ho i tempi strettissimi: esco da casa alle 11:00, sono previste 200 somministrazioni e inizieranno alle 14:00.

In treno verso la provincia di Rieti
In treno verso la provincia di Rieti

A passo svelto mi avvio verso la stazione per prendere un treno che non posso perdere, ma in testa ho più che altro la preoccupazione che sia questo ad arrivare in ritardo. Non accade. Salgo, sono ancora nei tempi previsti.

E sono già a Passo Corese, devo cercarmi l'autostazione, ma ho un buon margine, di circa venti minuti. Nel frattempo posso mangiare un pezzo di pizza come rapidissimo pranzo. Attendo il bus: anche questo arriva in orario. Forse avrò abbastanza fortuna, oggi, ma i tempi rimangono molto stretti.

Salgo sul bus e chiedo all'autista: “Scusi, non sono della zona. Dovrei andare ad Osteria Nuova, vicino ad una ASL, può dirmi dove devo scendere?” Il mio eroe (e non sono ironico) mi risponde che non mi conviene prendere il suo bus, che fa un giro molto lungo attraverso villaggi e montagne. “C'è il diretto da Roma che va a Rieti. Arriva fra dieci minuti.” Rimango a bocca aperta, avrei potuto cavarmela con un unico mezzo, ma non ero riuscito a trovarlo in nessun modo.

Mi sembra giusto sottolinearlo: senza la dritta di quell'autista, quel giorno non mi sarei vaccinato. Perché, nonostante il collegamento più rapido, io ad Osteria Nuova ci arrivo verso le 13:20, a circa quaranta minuti dall'inizio dell'Open Day. Mentre cerco il punto vaccinale seguendo la mappa, penso che “In fondo è venerdì pomeriggio e la gente lavora. Come mia moglie! Poi non hanno diffuso così tanto la notizia, sicuramente la gente non sarà molta.” Cammino e, infatti, per strada non trovo nessuno, come è normale a quell'ora in un fine maggio nell'Italia Centrale.

Osteria Nuova - Centro Vaccinale

E lì la macchia colorata di giovani uomini e donne. Un tentativo ordinato e decentemente distanziato di gregge, per coloro che l'immunità di gregge puntano a raggiungere. “Non ce la farò mai!” penso

La mia baldanza si era dissolta, timido ed umile mi avvicino ai giovani che hanno in mano alcuni fogli di carta. “Avete compilato una lista?” chiedo. La risposta è affermativa.

Ora, gli italiani forse sono pratici di questa prassi, ma è opportuno fornire un minimo di spiegazione. Quando non sono possibili le prenotazioni e la gente raggiunge la struttura desiderata prima dell'apertura, normalmente le persone concordano civilmente di creare una lista d'arrivo autogestita con carta e penna, scrivendo nome e cognome. Succedeva spesso, almeno prima della pandemia, in molti degli uffici che non organizzano l'accesso per appuntamenti. In questo modo, alla reale apertura, i numeri ufficiali per la coda possono venire assegnati secondo la lista gestita dagli utenti stessi.

Nel mio caso, non mi aspetto di avere alcuna possibilità, ma comunque mi sforzo di chiedere: “A che numero siete arrivati?” Incredibilmente sono dentro! Per poco, pochissimo, ma sono dentro! Sono le 14:15 e ho finalmente in mano il mio numero ufficiale: sarò vaccinato intorno alle 19:00. Ho cinque ore d'attesa, in cui posso anche allontanarmi.

Dopo aver fornito i numeri, uno dello staff per la somministrazione dei vaccini chiede: “Ma come mai all'Open Day di oggi tutta questa gente? Perché non siete andati ai precedenti?”

La risposta non si fa attendere: “E te credo! È monodose!” Quello dello staff sorride.

In poche parole, la dimostrazione che anche in una situazione serissima come quella della pandemia, comunicazione e marketing sono sempre necessari. Anche quelli dei vaccini. Sì, perché se alcuni guarderanno prima di tutto all'efficacia del vaccino stesso, altri baderanno ai possibili effetti collaterali. Ma, a ridosso dell'estate, è lecito attendersi che qualcuno consideri pure la tempistica. Soprattutto quando si tratta di giovani.

E qui c'è una gioventù come non ne vedevo da anni. Questo posto oggi pullula di giovani e non credo sia così avvezzo ad ospitarne. Tendo le orecchie e ascolto le ragioni più disparate: la più comune è naturalmente la voglia di poter tornare a viaggiare, ma c'è anche chi ha incrociato esigenze personali ed economiche. Ad esempio, c'è una bella ragazza che deve partecipare a giugno ad alcuni eventi, tra cui due matrimoni. E col vaccino sarà libera, senza doversi pagare i tamponi. C'è poi quello che ha problemi a prendere permessi al lavoro e una volta sola è meglio di due.

E io? Perché ho tutta questa fretta?

Be', forse vi sorprenderà, ma a me in fondo viaggiare non piace più di tanto. 🤥 Sì, ogni tanto mi muovo, ma alla fine sono contento che da un anno e mezzo i miei spostamenti siano limitati, così non devo più passare ore a fare ricerche, prenotazioni. Finalmente non sono costretto a vedere posti meravigliosi, ad assaggiare piatti deliziosi e sempre nuovi, ad immergermi in sorprendenti culture e ad allargare i miei orizzonti. Finalmente le mie settimane cadono nella benedetta routine. E allora perché il vaccino?

Ho sempre fatto parecchi vaccini. Prima, quando ero stolto e viaggiavo. E i vaccini mi hanno conferito qualche piccolo vantaggio. La protezione dalle malattie? Sì, quello è ovvio, ma non solo. Ad esempio, il vaccino contro la febbre gialla ha abilitato la mia visione notturna. Quello tetravalente, invece, mi ha permesso di parlare con alcune specie animali. Sì, sono poteri carini, ma in fondo non così utili. Invece... Invece! Solo il vaccino contro il COVID19 può darti accesso immediato al 5G!

E non ci pensate? Niente più gestori telefonici, campo ovunque vi troviate. Fine del roaming all'estero. Fine della scocciatura di doversi portare lo smartphone dietro. Col 5G integrato nel cervello, tutto questo può diventare realtà. Potrò fare home banking solo con la forza del pensiero! Figata!

Osteria Nuova - Campagna #1

In ogni caso, per me non era giunto il momento di rilassarmi: l'autobus per arrivare l'avevo scoperto per caso. La logica diceva che ce ne sarebbero stati anche altri per il percorso inverso, tuttavia non riuscivo a trovare gli orari. La mia vaccinazione, infatti, sarebbe stata oltre le 19:00, avrei anche potuto sforare le 20:00 prima di poter andarmene. E quindi il rischio di rimanere sulla Via Salaria era concreto.

C'è un bar, chiedo a loro se c'è un B&B nelle vicinanze... Ché non si sa mai. Mi era parso di leggere un'indicazione da qualche parte. Mi confermano che esiste e provano a darmi un'indicazione. Ma non è così vicino, continuo a chiedere ai pochi passanti. Qualcuno mi fornisce altri dettagli, ma il risultato è che finisco soltanto in mezzo alla piacevole campagna reatina.

Osteria Nuova - Campagna #2

Poiché ancora non sono vaccinato, non posso nemmeno ricorrere al 5G. E allora, purtroppo, devo usare dei metodi che sanno tanto di 2019: mi devo cercare sullo smartphone un alloggio nelle vicinanze. Ne trovo uno, a circa un chilometro da dove sono. Telefono e spiego tutta la situazione. Con estrema gentilezza (e contro il proprio interesse) la donna che mi risponde mi informa che non conosce bene gli orari, ma che fino a tarda sera dovrebbero ancora esserci i bus per tornare.

Il problema lo risolvo definitivamente trovando il numero dell'assistenza clienti della compagnia di trasporti. Dovrò ritornare di nuovo alla fermata per prenderne il codice, ma è una passeggiata che faccio volentieri. Mi viene poi confermato che avrò modo di tornare. E devo di nuovo ringraziare il personale Cotral, che mi ha salvato per ben due volte nella stessa giornata. Questa volta fornendomi tutti gli orari di passaggio verso Roma alla specifica fermata.

Saranno ormai quasi le 17:00, ma sono due ore da attendere col sorriso sulle labbra. Mi siedo, bevo un tè, mangio un gelato. Vicino al bar c'è qualche altro negozio che ha deciso di proporre per tutta la giornata musica dance tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila. Io che tra i giovani Over 30 sono all'estremo della fascia (quello tendente alla vecchiaia, naturalmente) mi sento accolto tra la reale gioventù, essendo stato sparato improvvisamente vent'anni indietro. E da giovani sono anche i discorsi che sento intorno a me, più proiettati al futuro che al passato. Li assorbo, mi riempio anch'io di aspettative. Attendere il mio turno non mi pesa.

Prima che me ne accorga, ho fatto. Il personale è gentilissimo, l'iniezione quasi non la sento. Sono vaccinato. Quindici minuti e posso andare. Mi avvio alla fermata del bus a passo svelto, ma sono già qualche minuto oltre l'orario previsto per il passaggio. Spero in quei cinque minuti di ritardo, che mi permetterebbero di risparmiare quasi un'ora di attesa. Ci spero fin troppo, quasi ci confido. E allora capisco perché: è il 5G che inconsciamente inizia a fare effetto ed è connesso al sistema GPS del bus. Che effettivamente arriva subito dopo di me, quasi mi aspettasse. Si va a casa, domani si replica per mia moglie.

Osteria Nuova - Fermata Autobus

Zero effetti collaterali: così posso alzarmi di nuovo alle 5:00 del mattino, per essere a Passo Corese alle 7:15 circa. Essendo sabato, sapevo benissimo che i quaranta minuti di anticipo non sarebbero mai bastati. Si inizia alle 9:30, ma i 200 numeri in lista sono già raggiunti intorno alle 8:00. Mia moglie è nei 200, anche lei ce la farà. Il personale è così bravo che dalle fiale stimate per 200 dosi riesce a ricavarne quasi 240, consentendo così di attingere anche ad alcune persone in lista d'attesa. Era successo anche il giorno prima, ma per me non è più una sorpresa. Infatti, quando porto mia moglie a segnarsi sulla lista, spiego che io non ne ho bisogno. “Io ho fatto ieri.” dico

Ed è lì che mi trasformo in un essere mitologico: Il Vaccinato! Esiste davvero, allora! I ragazzi si avvicinano come se avessi chissà che aura di carisma e virtù. Qualcuno mi chiede come funziona. E io, da buon “profeta vaccinale”, divulgo.

Passo Corese - Campagna

Qui le cose procedono ancora più speditamente. Mia moglie avrebbe il turno verso le 15:00, ma per caso ripassiamo alle ore 12:00. E, poiché le cose procedono in anticipo rispetto alle previsioni, lo staff fa accedere tutti quelli nei paraggi, purché prenotati. Mia moglie sparisce dentro e dopo pochi minuti riappare nella sala d'attesa, per i suoi quindici minuti di osservazione.

Ma è una sala d'attesa particolare. Le sedie, forse per assicurare i distanziamenti, sono disposte anche all'esterno, così che posso parlare con lei. E non solo con lei.

Passo Corese - Città

I ragazzi fanno discorsi da ragazzi. Ad un certo punto uno si chiede: “Ma possiamo andare a fare lo spritz?” E il dubbio trafigge i volti di tanti giovani lì seduti. Una ragazza si alza e dice: “Alcolici? Vado a chiedere.” E sparisce dentro per qualche minuto. L'aria si addensa, per i ragazzi sono un paio di minuti interminabili, perché l'aperitivo e il sabato sera sono a rischio. Poi ritorna: “Vi do una brutta notizia: minimo tre prosecchi, non uno di meno!”

*** A parte la battuta, sembrerebbe preferibile moderare il consumo di alcolici prima e dopo la vaccinazione ***

Si torna a scherzare, si torna a ridere, si torna a vivere.

Si torna a casa, anche noi, sempre col treno. Però, lo dichiaro subito: per la prossima pandemia gradirei un vaccino che facesse spuntare le ali. Mi raccomando...



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