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Sì, ok il Viaggio, ma la Meta?




E il roadtrip di qua e l'on the road di là. Insomma, pare che piacciano proprio a tutti. Forse.

Mi ricordo quella volta in India, su strade sterrate, con le macchine che zigzagavano tra buche e ostacoli. Che facevano un sorpasso, in entrambi i sensi di marcia, e che rientravano all'ultimo momento. Ho visto un motorino cavalcato da otto persone (la maggior parte bambini e un neonato). Non scherzo, ho pure una foto. Ho ammirato infiniti camion variopinti, con tante scritte sopra. E una volta rientrato ho poi scoperto che c'è una storia interessante dietro questa peculiarità indiana.

Alpaca in Perù
Alpaca in Perù

In Perù sono salito su, su, su, per incontrare il volo dei condor. Mi mancava l'aria, un po' per l'altitudine, un po' per lo spettacolo del panorama. Con gli alpaca a pascolare pacificamente e a tingere il paesaggio montano coi colori del loro gregge.

Strada sterrata in Cambogia
Strada sterrata in Cambogia

Ho poi attraversato una parte della Cambogia, dalla capitale a Siem Reap. I veicoli ultracarichi, la strada in rifacimento, i volti delle persone che osservavano i pullman di turisti come noi che gli passavano davanti. Noi a studiare loro, seduti davanti ad abitazioni modeste, con una semplice lampadina con filo ad illuminarle. Loro ad osservare noi, nella nostra fretta di raggiungere la nostra destinazione.

Islanda - campo lavico di Eldhraun
Islanda - campo lavico di Eldhraun

L'Islanda del sud l'ho percorsa sempre in auto, fermandomi di cascata in cascata, di meraviglia in meraviglia, tagliando il campo lavico di Eldhraun, mentre l'ombra del nostro veicolo si proiettava sul suo verde. Era lei a seguirci o noi ad inseguirla?

E come dimenticarsi di quell'autobus a Penang, in Malesia? Pieno di ragazzini incuriositi verso di noi, un occidentale ed un'asiatica, in giro per il mondo. La stessa sincera curiosità dei bambini in Giordania: le femminucce molto educate che venivano a chiederci con estrema timidezza “Hi, what's your name?” E invece i maschietti che arrivavano di corsa e si scattavano un selfie con te nella foto. Qualcuno provava pure a domandarci se fossimo d'accordo, ma più che altro perché, se in posa, la foto sarebbe venuta meglio.

Polonia - In avvicinamento a Zakopane
Polonia - In avvicinamento a Zakopane

E ancora, in un dicembre nemmeno troppo freddo, risalgo col pensiero al tragitto da Cracovia a Zakopane, dove dopo tanto tempo ritrovo la neve, distesa sul terreno in mia attesa. In una giornata perfettamente soleggiata. Un tappeto bianco su cui lasciar scivolare i sogni per qualche ora.

E l'azzurro della linea Enoden per Kamakura (di cui ho raccontato qui), il treno che si snoda attraverso la città, coi negozi giapponesi che sembrano entrarti nel finestrino. E l'ocra dell'Egitto, in avvicinamento verso Abu Simbel. O quello del Marocco, da Marrakech all'inizio del deserto vero e proprio.

Tutto questo me lo ha regalato la strada. Verissimo. Sì, ma quanto di quel tempo si è presa in cambio!

Non posso negare che in India abbia assistito a delle abitudini e a delle semplici casualità che mi hanno colpito. Ma è quasi sempre stata una conferma delle sorprese altrui. Non è che non sapessi che avrei trovato le mucche per strada, non è che non sapessi che avrei osservato spesso una guida azzardata. Ricordo che ho passato parecchio tempo a cercare una buona connessione sullo smartphone, magari perdendomi anche qualcosa. Ma erano troppi i chilometri di distese tutte uguali, ore e ore di percorso.

Strada dell'India settentrionale
Strada dell'India settentrionale

Il Mirador Cruz del Condor in Perù è a tutti gli effetti un luogo turistico. Viene messo in mezzo agli itinerari e sembrerebbe nel percorso, ma è di per sé una destinazione. E gli alpaca non sono così impossibili da vedere in quella zona del mondo.

In Cambogia ho trovato questa strada tutta da rifare, che ci ha obbligato a percorrerla più lentamente: questo mi ha stimolato delle riflessioni in più, ma non c'era nulla di garantito. Una sorpresa che è capitata per strada, come sarebbe potuta capitare in città.

Strada in Malesia
Strada in Malesia

Attraverso i campi lavici islandesi, ci sono passato di proposito. Erano accuratamente programmati da casa. I ragazzini del bus di Penang li abbiamo incontrati nella principale stazione di George Town: saremmo pure potuti non salire sul bus e si sarebbero incuriositi lo stesso. Quelli della Giordania, invece, non è che li abbiamo incontrati in mezzo alla strada, ma in una delle tante tappe dei tour turistici, dove anche le scolaresche locali venivano condotte.

Per sapere che a Zakopane avrei trovato neve e sole, mi è bastato cercare una webcam su internet. I treni giapponesi sono rapidi, non sono soltanto panoramici. E, infine, l'avvicinamento al deserto è stato terribilmente noioso, perché sembrava esso stesso un deserto. Soltanto un po' meno soffice e sabbioso.

Giappone - Treno della Enoden Line
Giappone - Treno della Enoden Line

La sorpresa, l'avventura: questo cerchiamo nei nostri viaggi. La seconda non vale nemmeno per tutti, io ad esempio odio gli imprevisti. Posso sforzarmi quanto voglio, ma non riesco a farmeli passare come opportunità. E al tempo di oggi le sorprese sono veramente poche. Di quasi tutto ciò che osserviamo, abbiamo visto foto ben rappresentative oppure c'è stata lasciata un'accurata descrizione. Sono rimasto a bocca aperta alcune volte, ma è stato quasi sempre alla meta, non lungo il percorso. Perché ciò che riesce a superare le aspettative oggi è diventato una destinazione, tutto è noto, tutto è stato già tracciato.

Se devo pensare ad una cosa inaspettata, carina, carezzevole persino a ricordarla, mi viene in mente questo elefante che passeggiava tranquillamente lungo la strada in Sri Lanka. Anche in questo caso, non è impossibile vedere un elefante in Sri Lanka. Più raro vederlo camminare per strada. Ma la mia memoria è dolce all'interno del contesto. Se penso a questa foto, oltre all'elefante rammento che alla guida c'era il miglior autista che ho mai avuto in una vacanza (di cui parlo qui). Che l'aveva notato fin da lontano e ce lo ha indicato. E mia moglie è stata lestissima a scattare questa foto. È un contesto quello che mi è rimasto dentro, non la strada in sé. La strada è stata solo lo scenario in cui questo si è verificato.

Sri Lanka - Elefante sulla strada
Sri Lanka - Elefante sulla strada

I viaggi on the road, dicevate? Ma quelli senza destinazione o quelli programmati? No, perché c'è una certa differenza, secondo me. Di viaggi on the road ne ho fatti un po' anch'io. A volte per scelta, a volte per necessità. Ma ho anche preso tanti aerei oppure ho viaggiato di notte, dormendo. Questo perché, in fin dei conti, prima del percorso era la meta ad interessarmi. Quante ore ho trascorso leggendo, usando il mio smartphone, dedicando l'attenzione ad altro... Ovviamente non ero io alla guida. Non voglio dire che non mi piacciono i road trip, ma solo che non sempre il tempo speso ricompensa con splendidi ricordi.

Ci sarà poi anche qualcuno che vaga senza destinazione o a lungo termine, per cui la strada è veramente il palcoscenico su cui si svolge l'esistenza. È una scelta coraggiosa, che mi intriga e apprezzo, ma che compiono veramente in pochi, anche perché comporta una serie di rinunce.

Invidio anche tutti quelli che riescono ad emozionarsi al milionesimo albero uguale alle centinaia di migliaia di alberi precedenti, solo perché magari ha un rametto un po' più alto o un po' più aggettante rispetto agli altri. Ecco, immagino che avrete capito quanta bramosia abbia di fare un safari lungo dieci giorni. Starei tutto il tempo a chiedermi: sì, ma il leone? Sì, ma l'elefante? E se per caso riuscissi a vederli tutti il primo giorno, non oso pensare a come trascorrerei i nove successivi!

Strada in Giordania
Strada in Giordania

Ma c'è dell'altro. Ultimamente noto che dei viaggi si cerchi sempre più spesso di fare metafora, di farne filosofia. Il tentativo è anche apprezzabile e lo rispetto. Però il risultato, lo confesso, non mi ha mai convinto più di tanto. Finché si parla di viaggi nel concreto, nulla da obiettare. Ognuno ha i suoi gusti e si emoziona come gli riesce meglio.

Mi viene però da sorridere quando leggo a ripetizione frasi in cui questo concetto del percorso lo si vuole applicare anche alla vita. Questo mi lancia indietro di tanti (troppi) anni, a quando ancora frequentavo il liceo. In classe avevamo uno di quei ragazzi impegnati politicamente e culturalmente. Non era bello, ma aveva il suo fascino. Lui un bel giorno se ne uscì con una frase, che a quel tempo a tutti (forse anche a me) sembrò essere profonda: “Sarò contento della sofferenza che proverò, perché farà parte della vita che voglio avere.” Non aveva detto proprio così, ma il senso più o meno era questo. Se la ricordo ancora adesso, in qualche modo deve avermi colpito. Però mi piacerebbe incontrarlo oggi e chiedergli se la pensa ancora allo stesso modo. Sospetto si sia dimenticato della sofferenza sospirata, temo che questa sia stata sostituita dalla sua dose di sofferenza reale.

Marocco, in avvicinamento al deserto
Marocco, in avvicinamento al deserto

Allo stesso modo, mi risulta difficile accettare che il percorso sia più importante della destinazione stessa. Capisco pure il sentimento di colui che dopo tanta fatica raggiunge la vetta della montagna e guarda giù a valle, soddisfatto della propria impresa. Ma quante volte alla vetta non ci si arriva mai? Io ammetto di non essere riuscito a scalarne molte, di montagne. Mi congratulo con chi invece ci riesce spesso.

Anche a me piacerebbe poter raggiungere la sommità e ripensare al sudore, ai dubbi, alla forza d'animo mostrata per poterci arrivare. Sarebbe la mia prima scelta, senza cercare alcuna scorciatoia. Ma piuttosto che perdermi a metà strada, preferirei essere portato su con l'elicottero.

Non so voi, io preferisco la meta al percorso, quando sono mutuamente esclusive.

Ah, come punizione per aver scritto questo articolo, a breve mi aspetta un viaggio tutto on the road.



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