Header
      of the website

👉 English UK Flag

2020: ultimo Squarcio in Chiaroscuro (II parte)




In questo articolo non intendo consigliare a nessuno di mettersi in viaggio, né voglio convincere le persone a stare a casa. Molto banalmente e in generale, racconterò le mie esperienze e condividerò i miei pensieri, senza la presunzione di voler indirizzare quelli di altre persone. Sono fermamente convinto che ognuno possa decidere per sé stesso, attraverso i propri parametri di valutazione. Inoltre, durante i miei viaggi, ho rispettato sempre tutte le restrizioni e le regole locali, su cui ho costantemente provato a informarmi preventivamente.

Qui la prima parte



INTERLUDIO


Mi dicono che mentre scrivo, fuori è Natale. Ci dovrebbe essere il silenzio delle chiusure imposte per legge, ma a me sembra proprio il silenzio di sempre. Quello che si ripropone di anno in anno in questo periodo. Riprendendo a battere sui tasti, al momento sto incrinando questo momento di quiete. Pazienza, prima o poi sarebbe stato comunque interrotto.

Che tu sia al momento da solo o in compagnia, lettore, ti faccio i miei auguri in ritardo.

ATTO III


La decisione è presa: andremo nelle Marche e trascorreremo qualche giorno in quella regione. Controllo di nuovo gli orari sul mio smartphone e mi accorgo che facciamo in tempo ad arrivare ad Ancona per la sera stessa. Così, nel massimo dell'improvvisazione.

In realtà avremmo voluto prima visitare Urbino, ma ho capito che rischiavo di replicare quanto accaduto con Ravenna, cioè avrei trovato praticamente tutto chiuso. Viaggiare a dicembre del 2020 porta anche a ridefinire le destinazioni. È necessario dare preferenza a ciò che può essere ammirato dall'esterno. O, in alternativa, si possono visitare i luoghi di culto, quelli sono aperti. Ancona non è una città molto nota a livello turistico, ma per me rappresentava una novità. Ed è facilmente raggiungibile da Rimini, anche con uno di quei treni lenti che quest'anno mi sono improvvisamente diventati tanto cari: economici e senza necessità di prenotazione.

Ancona: Passetto
Ancona: Passetto

Arrivo con un bel margine prima del coprifuoco, ma ho giusto il tempo di andare a comprare un po' di street food, dato che i ristoranti sono già chiusi per legge. Non abbiamo la possibilità di visitare la città per la serata, perciò decidiamo di andare a ricaricare le pile per il giorno successivo.

La mattinata procede senza fremiti particolari: è uno dei miei classici giri. Usciamo fuori dal centro fino al famoso Passetto. Ancora una volta, il cielo è coperto, ma la vicinanza del mare in qualche modo stempera i toni di grigio, li mescola ai riflessi dell'acqua. In qualche modo, riesce ad accelerare il respiro dell'anima. E allo stesso tempo la confina in uno spazio che si estende solo in profondità, verso l'orizzonte.

Ancona: Passetto #2

Il giro per la città continua, costeggiando il porto e salendo fino al duomo. Ma è qui, nel primo pomeriggio, che inaspettatamente accade qualcosa. Improvvisamente, sopraggiunge la stanchezza. Non sarebbe certo la prima volta che mi sento affaticato dopo aver camminato per parecchi chilometri. Ma questa non è soltanto spossatezza fisica, è sopratutto mentale.

Cosa sto facendo? Perché mi costringo a muovermi incessantemente? È veramente ciò che voglio?

Fontana ad Ancona

Sì, perché da una parte sento che non posso, non devo fermarmi. Dall'altra mi chiedo che senso abbia insistere, andare avanti, quando tutto il mondo attorno a te ti tesse una ragnatela di ostacoli giuridici e psicologici. Ci fermiamo per una pausa in un caffè. Ho la pessima idea di controllare le notizie. Ancora un'altra minaccia, un'altra percussione: questa volta c'è pure la “variante inglese” del COVID-19. La logica dice che potrei averla a dieci metri di distanza, la variante. Tuttavia, il messaggio viene fatto passare come qualcosa di distante, che incombe e che si deve provare a scongiurare.

Alzo la testa, sono al centro. Sta per fare buio, la gente si riversa per le strade per la passeggiata domenicale. Le luci natalizie, anche qui ad Ancona, ancora una volta si accendono. La soluzione è ovvia: non pensarci e tirare avanti. Balla, danza sul mondo, amico Stray. Fallo come meglio ti viene, ché qui ognuno segue la sua musica. Storditi, anestetizzati, ci sentiamo come due zombie dal passo leggiadro. Telecomandati, forse. Forse sospinti dagli spifferi dei nostri più inconfessabili pensieri.

Duomo di Ancona
Duomo di Ancona

La città già pregusta il 2021, ne supplica un impossibile, precoce arrivo. Io e mia moglie ci scambiamo uno sguardo d'intesa. E anche noi lo attraversiamo. Non serve a nulla, è solo una data. Ma farlo è divertente, rappresenta un timido atto di ribellione verso il presente. E nella stessa direzione, prendiamo la via del nostro hotel. Ancora, dove saremo domani a quest'ora?

Ancona: preparazione al 2021

Un'idea ce l'avrei: potremmo andare a Loreto a visitare il santuario (Aperto! Aperto!) e la città. E poi magari a Recanati a rivedere i luoghi cantati da uno dei maggiori poeti italiani: Giacomo Leopardi. Per me avrebbe la stessa funzione di Fellini a Rimini: spedirmi indietro nella mia adolescenza attraverso i suoi ricordi, in un parallelismo in cui mai mi stancherò di indulgere.

A Loreto ci andiamo, col peso dei nostri zaini, non avendo in mano alcuna prenotazione alberghiera. Ci fermiamo a fare colazione al bar, essendo ancora piuttosto presto, visitiamo il santuario, scambio quattro chiacchiere con le persone del posto. Anche loro parlano della temuta “variante inglese”. Ironia della sorte: qualche giorno dopo si scoprirà che proprio nella cittadina di Loreto è stato riscontrato un caso di questa variante proveniente del Regno Unito. Solo che sembrerebbe che questa persona non avesse avuto alcun collegamento col Regno Unito. La mia logica non m'ingannava, quando pensavo di avere attorno a me questa variante. Anzi, mi ci sono anche inconsapevolmente avvicinato.

Loreto: Basilica della Santa Casa
Loreto: Basilica della Santa Casa

Ci sarebbe tutto il tempo di andare a Recanati, ma ci viene un'idea migliore: rientrare direttamente a casa. Una resa? Tutt'altro. Semplicemente anche mia moglie, dopo oltre dieci anni di vita a Roma, si è romanizzata. Sì, è diventata come uno di quegli “insopportabili” romani (e altri italiani, in prevalenza del sud), che iniziano a lamentarsi quando non vedono il sole da più di due giorni. Lei che viene da Taipei, un posto circondato da montagne e poco prodigo con le giornate di sole. Ma il confronto è impietoso: nuvole sull'Adriatico, anche per i giorni successivi; sole a Roma e su gran parte del Tirreno.

Riprendiamo quel treno lento, che con la stessa laboriosità rotola verso casa, destinazione per cui la legge mi consente lo spostamento. Arrivederci, Marche. Tornerò presto.

In treno verso Roma

ATTO IV


Sono a casa, ma la tratto come un albergo. Arrivo e nemmeno mi preoccupo di disfare il mio zaino. Lo alleggerisco un po', togliendo gli abiti già indossati, questo sì. Ma per il resto lascio tutto così com'è. Ho ancora un paio di giorni a disposizione ed intendo sfruttarli. Sempre per legge, posso muovermi liberamente solo all'interno della mia regione: il Lazio. È così che vado a dormire nel mio letto, ma con una sensazione mai provata prima. Mi sento veramente come se fossi nella stanza di un hotel, quasi una suite. Che conosco a perfezione e dove ho tutto a disposizione. Ma mentalmente sono ancora in viaggio, con gli stessi tempi, le stesse esigenze organizzative.

So di non poter andare molto lontano, ma una destinazione la devo scegliere. Ancora una volta, mi lascio irretire dalla promessa del sole, che sembra voler baciare la costa a sud di Roma. E sia per il sud, allora. Parto per San Felice Circeo, che abbina un bel borgo al mare e alla montagna. Ancora non so se mi fermerò a dormire per una sola notte o se invece tornerò nella mia abitazione adibita ad albergo. Ma l'importante è andare, essere di nuovo in movimento, non fermarmi.

Tanto che persino il bar dell'autostazione, con vista autobus e asfalto, diventa un posto assai gradevole per consumare un cappuccino.

In bus verso San Felice Circeo

Anche questo viaggio è lento, mi ingozzo di vedute più o meno interessanti dal finestrino. Mi sento quasi un personaggio di un gioco di ruolo che deve esplorare la mappa come obiettivo di una qualche missione. Alla fine arriviamo e ci dirigiamo subito verso il borgo. Non è il punto ideale per andare al mare, ma va benissimo per osservarlo dall'alto. Non è nemmeno un agevole punto di partenza per il Parco Nazionale del Circeo, ma accarezza la montagna e la relativa vegetazione.

San Felice Circeo
San Felice Circeo

Lo zaino pesa, non lo nego. Anche seguire strade o sentieri in salita è un po' faticoso. Ma il paesaggio sottostante ripaga lo sforzo. Anche il cielo mi saluta e mi ricompensa per la scelta. Per qualche minuto le angosce del periodo si sciolgono, naufragano nel mare infinito laggiù. Anche senza l'aiuto del colle di Recanati e delle parole di Leopardi.

San Felice Circeo: veduta

Il cielo... Col sole è un'altra cosa. Sono viziato di azzurro.

Rientro a casa per la sera, ma ho un'altra freccia da scoccare, prima del riposo natalizio. Concludo con una scampagnata classica per gli abitanti della capitale d'Italia: faccio un giro ai Castelli Romani. Non è un tempismo qualunque per andare fuori, perché dal giorno successivo i ristoranti in Italia devono essere chiusi per un paio di settimane, eccetto per servizio di asporto e domicilio. Tanto che molti preferiranno chiudere del tutto per il 2020, compreso quello in cui sono andato io.

Approfitto dell'ultimo pranzo ad Ariccia, località famosa soprattutto per la porchetta. È un giorno lavorativo qualunque, eppure c'è abbastanza gente nel ristorante. Tante persone hanno voluto concedersi un ultimo sfizio prima di dover passare le festività con una certa moderazione sociale. Non voglio peccare di ingenuità, mi rendo conto che molti non lo avranno fatto, ma questa è l'indicazione che è stata data ai residenti in Italia.

Forse farà sorridere, ma è stata la prima volta che ho mangiato ad Ariccia con mia moglie, nonostante la prossimità da Roma. Quella che per molti è una consuetudine, per me è stata una particolarità. È l'ho vissuta con la rilassatezza della consuetudine, in un periodo sicuramente particolare. Sono fatto bello storto, lo so.

Porchetta di Ariccia
Porchetta di Ariccia

Io, ancora io. Sono sempre me stesso e non sono diventato una persona migliore. Io, ancora io. Che non so se quest'anno mi ha insegnato qualcosa. Forse sì, forse ciò che penso adesso l'ho sempre pensato, forse gli eventi di quest'anno hanno solo fatto da maieutica.

Rimini: struttura balneare

E ancora non credo che la serenità sia una scelta, ma inizio a pensare che si possa decidere di perseguirla. Nonostante tutto. Invece, sono convinto che la felicità non sia proporzionale alla durata dell'esistenza.



Ti potrebbe piacere anche:

Chiaroscuro I Part Featured photo
2020: ultimo Squarcio in Chiaroscuro (I parte)
Asterisk Featured photo
Cresciuto sugli Asterischi
From the Terrace featured photo
Dalla Terrazza