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2020: ultimo Squarcio in Chiaroscuro (I parte)




In questo articolo non intendo consigliare a nessuno di mettersi in viaggio, né voglio convincere le persone a stare a casa. Molto banalmente e in generale, racconterò le mie esperienze e condividerò i miei pensieri, senza la presunzione di voler indirizzare quelli di altre persone. Sono fermamente convinto che ognuno possa decidere per sé stesso, attraverso i propri parametri di valutazione. Inoltre, durante i miei viaggi, ho rispettato sempre tutte le restrizioni e le regole locali, su cui ho costantemente provato a informarmi preventivamente.

Mi appresto a pestare la tastiera come un pianista pazzo torturerebbe i suoi tasti. Probabilmente finirò anche per contraddirmi. Umanamente.

Per favore, non chiedetemi coerenza questa volta. Ci proverò, ma non la garantisco.

ATTO I


Io, ancora io. Con un duplice significato: sì, sono sempre me stesso, per fortuna; no, non sono diventato una persona migliore. Io, ancora io.

È la settimana che precede quella di Natale. Da giorni mi ronza una domanda in testa: viaggiare di nuovo o, per una volta, starmene fermo? Penso che aiuterebbe sapere, intanto, se avrò la possibilità di farlo oppure no. Per meglio dire, so che fino al venerdì sarò abbastanza libero di muovermi per l'Italia, ma per la settimana successiva non so nulla. Potrei già incappare in un semaforo rosso a partire dal primo week-end.

Mentre ci rifletto, mi accorgo che sono già sul treno. È un treno di quelli lenti, preso all'ultimo momento, senza necessità di prenotazione. Taglia l'Italia in due, dal Tirreno all'Adriatico, con la dolcezza della nonna che separa una torta per i suoi nipotini. Affonda prima da un lato, con precisione e gentilezza, forza un po' quando incontra le montagne e finisce la corsa della sua lama rotante sulla spuma del mar Adriatico. Ma non sarò lì a fermarmi, proseguirò lungo la costa fino a Rimini.

Lungomare di Rimini
Lungomare di Rimini

Le giornate a dicembre sono brevi, ma riesco comunque ad arrivare in tempo per godermi un paio d'ore di luce. Di luce, non di sole. Ma non fa niente. Pernotterò abbastanza vicino al mare e, per ragioni di prossimità, la riva è il primo posto a cui vado a dare un'occhiata. Quelle di Rimini sono spiagge piuttosto famose per gli italiani, sono praticamente un simbolo dell'estate, come i miei connazionali (e non solo) la intendono. Vado a vedere che effetto fa questa spiaggia d'inverno, senza sole, all'approssimarsi dell'imbrunire.

La marea è probabilmente molto bassa al momento, perché la spiaggia è immensa, quasi infinita. Non è solo la mancanza di ombrelloni o altre strutture estive a creare spazio. Il mare ci ha messo del suo, lasciando sulla sabbia frutti di mare e richiamando qualcuno alla loro raccolta. Poche persone, in ogni caso, come poche sono quelle che passeggiano osservando uno specchio acqueo calmo, ma distaccato. Anche io e mia moglie rimaniamo solo per pochi minuti.

Rimini: strutture balneari #1

Ma più che il mare a colpirmi sono le strutture balneari deserte. Non vorrei dare l'impressione di star parlando di luoghi abbandonati o di rovine dell'antichità. So benissimo che la prossima estate si animeranno nuovamente di grida e confusione, con i cuori degli adolescenti che torneranno a battere all'impazzata. Tuttavia lo sento come un silenzio indesiderato, quasi intimato, come se fosse la propaggine di quelli imposti dalla scorsa primavera, che ancora mi rimbombano dentro.

“Andiamocene da qui, andiamo in città.”

Rimini: strutture balneari #2

Al centro di Rimini, per fortuna è sera. L'oscurità, che copre le nuvole, sarà mia grande amica in questi giorni. Capisco subito anche un'altra cosa: che le città non rinunciano al Natale, che c'è ancora voglia di luci e di scaldare in qualche modo un inverno che in Italia non è molto freddo a livello di temperature esterne. Ma che ti gela da dentro. Rimini è una città di forte impronta romana, con una serie di testimonianze di quell'antichità.

Rimini: Arco di Augusto
Rimini: Arco di Augusto

Ma per me questa sera è soprattutto la città di Fellini e dei film in cui ha espresso il legame con queste terre. Me li ritrovo nelle vie pigmentate di gente, prima che la legge imponga il rientro. Le riconosco nei sorrisi degli avventori nei bar del centro, prima che la legge ne imponga la chiusura. E sui muri del Borgo San Giuliano incontro addirittura i personaggi. I suoi personaggi diventano i miei personaggi: in un gioco di trasferimento emozionale, proiettano anche i miei ricordi adolescenziali, i miei borghi. Le mie giornate tutte uguali, bensì tutte preziose.

Ancora non so cosa potrò fare da lì a un paio di giorni, ma vado a dormire soddisfatto.

Rimini: Borgo San Giuliano - street art
Rimini: Borgo San Giuliano - street art

La mattina assecondo una bellissima intenzione con un colossale errore di pianificazione. Vado a Ravenna. La città è già godibile di suo, ma è soprattutto nota per i molti mosaici bizantini. I luoghi di culto sono aperti in questo periodo, mentre i musei sono chiusi per legge. Sbaglio completamente la classificazione, reputando che siti come la Basilica di San Vitale appartengano alla prima categoria. E quindi non posso ammirare i mosaici che tanto avevo desiderato rivedere, sperando di apprezzarli più di quanto avevo fatto da bambino. Sì, posso sempre girare per una città che comunque si presenta nella sua veste natalizia. Ma è giorno e le nubi non mi lasciano tregua alcuna. Cammino stancamente per le strade del centro, entro in qualche chiesa, mi fermo a bere un cappuccino in un caffè molto accogliente. In qualche modo porto avanti la giornata finché, mentre sono intento a scattare una foto a mia moglie, mi capita di ascoltare una conversazione tra due giovani donne.

Ravenna

Parlano del vaccino contro il COVID-19. All'inizio mi sento rincuorato, notando che le persone si stanno interessando ad un tema caldo e importante per i prossimi mesi. Ma poi dalla loro conversazione intuisco che hanno preparato un bel calderone di notizie: non hanno capito che c'è più di un vaccino in arrivo, ne mischiano le diverse caratteristiche, invertono l'ordine distributivo, sollevano dubbi generati dalle loro stesse contraddizioni. Nemmeno io sono un esperto, ma almeno provo ad informarmi (per quanto sia possibile). Questo pensiero dovrebbe tranquillizzarmi, ma non ottengo quest'effetto. Mi sale un po' d'ansia e penso che già dal giorno dopo potrei trovare tutto chiuso e di dover, quindi, far ritorno a casa.

Ravenna: Tomba di Dante
Ravenna: Tomba di Dante

È qui che tiro fuori un colpo di classe che non credevo di avere nel mio repertorio. Prendo lo smartphone, faccio una breve ricerca, alzo la testa e propongo a mia moglie “Andiamo a San Marino?”

Ravenna: street art
Ravenna: street art

ATTO II


Sono scappato all'estero. Sembra incredibile, ma sono fuggito all'estero. E non era nemmeno necessario perché scopro subito che, sì, le chiusure ci saranno, ma avrò ancora qualche giorno di libertà. Ma ormai ci sono. Più che l'Italia, penso di aver lasciato indietro un susseguirsi di voci, notizie in contraddizione, cambiamenti a 180°, persino qualche colpo di scena. Leggere i giornali ultimamente è molto simile a seguire d'estate le notizie di calciomercato. Con la differenza che quelle sportive scatenano al massimo qualche discussione spiritosa al bar o sotto l'ombrellone. Quelle dell'ultimo periodo, invece, determinano pesantemente presente e futuro.

Non voglio sentirmi come una comparsa impotente di un film, preferisco tornare ad essere spettatore.

Sono sul monte Titano, ad oltre 700 metri di altitudine. Mi sento distante, soprattutto mentalmente. Faccio un giro per la città di San Marino. Anche qui ci sono colorate luci di Natale, ma forse è ora di cena e le persone sono già rientrate in casa. Sulle strade non c'è quasi nessuno, mi cullo nell'illusione che la loro predisposizione cromatica mi sia stata riservata in esclusiva.

San Marino: luci natalizie
San Marino: luci natalizie

Ma è un modo diverso di essere spopolate: qui non lo sono per legge, qui c'è maggiore possibilità di apertura e di movimento. Ad esempio, bar, pub e ristoranti possono essere aperti fino alla mezzanotte. Ed è così che, dopo qualche mese, mi ritrovo a bere una birra alla spina dopo cena. Non è una cosa che faccio spesso, ma mi era comunque mancata.

Io, ancora io. Seduto al tavolo di quel pub. Con una birra alla spina scura, proprio come piace a me. Io, ancora io. Che la sorseggio lentamente e la mando giù. È come se il suo liquido si propagasse lungo le mie cellule, è come se mi fossi sottoposto ad un'iniezione di libertà.

San Marino: birra alla spina

Poi, però, non so che succede. Non sono morto, né in stato di incoscienza, ma è come se per un istante riuscissi ad osservarmi dal di fuori. E vedo un tizio che beve una birra tutto contento. “Quello non sono io. No, non posso essere io!” No, amico lettore, dico sul serio. Prova un po' anche tu ad estraniarti, tenta un attimo di cancellare il contesto che quest'anno maledetto ci ha imposto. Io che quasi scappo all'estero, colpevole soltanto di essere in vita. Io che gusto una birra di sera, come se l'avessi ottenuta in qualche modo losco. No, questo non è giusto. Non può essere vero, non deve esserlo. Sale in me una sorta di disperazione. La birra ha un sapore ancora più forte: le mie papille gustative dicono che è eccellente, ma tutta la mia anima la percepisce come inappropriata. È l'inversione del senso di adeguatezza: no, non riesco ad arrendermi, Non posso, non devo provare felicità per un momento del genere. Significherebbe che ho perso, che ho accettato una concessione da parte di qualcuno. Senza aver fatto nulla di male. Avrei forse dovuto berne un'altra per allontanare il trambusto dei miei pensieri.

San Marino: veduta verso la valle

L'indomani mi sveglio con una sorpresa gradevole: dopo un paio di giorni, finalmente torno a rivedere il sole. Il cielo è completamente privo di nubi. Ma si tratta di un'apparenza. Ci metto poco ad accorgermene. Le nuvole ci sono, tante, dense. Anche se non molto minacciose. Ma per mia fortuna sono basse, non raggiungono l'elevazione della città di San Marino. Provo a guardare a valle: sotto di me c'è una distesa di zucchero filato che ruota come un anello intorno alla montagna. Mi restituisce un mondo limitato, sotto al quale c'è un ignoto in cui sarebbe meglio non ritornare. Sono fuggito davvero, dalle nuvole e dai brutti pensieri. Mi sento al riparo, quasi irraggiungibile. Volto la testa verso l'alto e scopro un paesaggio da esplorare, un sentiero da percorrere di torre in torre, lungo strapiombi e pendii.

San Marino: torre

Mi sbagliavo. Per strada sento i discorsi dei sammarinesi. Fino al giorno prima sembrava che le misure natalizie di contenimento della pandemia sarebbero state molto limitate. Ma scopro con sorpresa che anche qui la situazione può cambiare da un momento all'altro. Pare proprio che adotteranno per le festività delle misure molto simili a quelle italiane. Non posso sapere il perché di questo cambiamento repentino, ma mi piace ascoltare ciò che pensa la gente del posto, giusto o sbagliato che sia. C'è chi sostiene che San Marino debba rimanere aperta il più possibile, perché il piccolo Stato non riceverà fondi di sostegno come l'Italia e altri paesi europei. C'è anche chi dice che le misure derivano da una forte pressione esercitata dall'Italia stessa, per via dei tanti accordi col paese che li circonda. Non importa quale sia la spiegazione, né quale sarebbe la decisione migliore. Ciò che conta è che comprendo di non poter fuggire mai del tutto.

Che altro non sono che un ninnolo, agganciato al cordone ombelicale di una società recentemente parca di opportunità.

San Marino: cielo e nuvole

Dove andrò adesso? A Rimini? Oppure rientrerò a Roma? Quel che è certo è che per legge ho solo ventiquattro ore per spostarmi in una diversa regione italiana. Dopodiché l'unico viaggio a medio raggio consentito sarà quello verso casa. Entriamo in un bar, in attesa del bus di ritorno verso Rimini e ci prendiamo un po' di tempo per studiare lo spostamento successivo.

INTERLUDIO


Lettore, dovunque tu sia, prova ad alzare la testa. A guardarti intorno, cambiando contesto. Cerca di ascoltare ciò che vedi, di danzare sui ritmi della tua anima. Meglio slacciarsi da queste righe: la tua storia è quella che più conta. Ma sappi che sarai il benvenuto, ogni volta che vorrai tuffarti dentro le mie parole scassate.

Qui la seconda parte.



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