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Italia 11-2020: i miei Colori




In questo articolo non intendo consigliare a nessuno di mettersi in viaggio, né voglio convincere le persone a stare a casa. Molto banalmente e in generale, racconterò le mie esperienze e condividerò i miei pensieri, senza la presunzione di voler indirizzare quelli di altre persone. Sono fermamente convinto che ognuno possa decidere per sé stesso, attraverso i propri parametri di valutazione. Inoltre, durante i miei viaggi, ho rispettato sempre tutte le restrizioni e le regole locali, su cui ho costantemente provato a informarmi preventivamente. Infine, questo articolo è scritto a tratti in chiave ironica: consiglio a chi dovesse trovarla fuori luogo in un contesto pandemico di terminare qui la lettura.

C'è per caso qualcuno che ha la fortuna di essersi dimenticato lo “splendido” 2020? Be', sappia che, per la stagione autunno-inverno, in Italia sono andati di moda i colori caldi. Sì, parafrasando Cesare nel “De Bello Gallico”, inizierò dicendo che l'Italia è complessivamente divisa in tre parti. Con tanti bei colori che si accendono e si spengono ad intermittenza: non per niente ci avviciniamo al Natale. Sono anche colori carini, che si abbinano bene tra loro: rosso, arancione e giallo. Hanno fatto proprio bene ad eliminare le zone verdi. Francamente erano un pugno nell'occhio, messe vicine agli altri colori. E noi italiani allo stile ci teniamo, è risaputo.

Ogni colore ha le sue regole e i suoi metodi per giocare a nascondino. Ad esempio, se ti trovi in zona rossa, devi rimanere nascosto per almeno tre settimane. In zona gialla, invece, basta nascondersi di notte. Io, che sono un mezzo nerd, sono abbastanza bravo in questo gioco. E poi ho sentito che hanno abbassato il livello di difficoltà rispetto all'edizione primaverile. Per i “niubbi”? Strano, ormai gli italiani sembravano essere piuttosto esperti...

Sardegna: spiaggia

Va be', ma il punto è che questo gioco diventa complicato quando bisogna ricordarsi lo schema cromatico, a chiazze e sempre cangiante. E se per sbaglio uno va a nascondersi dentro ad un altro colore? Non voglio pensarci. Sono una persona poco sofisticata, lo so. Per semplificarmi la vita ed evitare passi falsi, ho voluto evitare ogni rischio. Mi sono scelto un'isola: la Sardegna.

Ma di che colore è la Sardegna? Vediamo.

Tanto per cominciare, mi si presenta con un tessuto di colori molto più lineare: sabbia, mare, cielo. Qualche altra linea (nella foto) l'ho aggiunta io. Ma l'insieme è facile da decodificare. Placa l'animo, lo distende, ma senza assopirlo. Ok, ma sto veramente raccontando il blu della Sardegna? Come se non fosse noto a tutti...

Sardegna: birra sulla spiaggia

E infatti io me ne stavo lì a giocare in zona gialla, cercando di capire se fosse più gialla l'area, il Sole o la birra sulla spiaggia. A fine Novembre? Oh, yes. Non sono un animale invernale. E amo rifugiarmi nel tiepido azzurro.

Sardegna: Carbonia
Sardegna: Carbonia

Ma allora la Sardegna mi ha detto: “E no, bello mio! Io di colori ne ho molti altri.” E mi ha regalato una giornata lattiginosa nel Sulcis. Solo quella, eh. Poi è tornata alle sue tinte turchesi. Ma io è così che immaginavo un posto come Carbonia, il cui centro è un'inequivocabile eredità di un periodo non esattamente meritevole di orgoglio. Ma il fascismo fa pur sempre parte della storia e ho voluto andare ad abbracciare con gli occhi una sua testimonianza urbanistica.

Sardegna: scogli

Un po' più in là, sull'Isola di Sant'Antioco, schiamazzi di nuvole mi hanno rincorso per tutto il giorno, prestando un po' di albore alle acque, per poi scontrarsi con le terree tonalità degli scogli. Ma sempre lì, appena prima di abdicare, la giornata mi ha regalato una martellata di luce. Uno squarcio, una percussione ardita, ai limiti dell'irreale. “Non te l'aspettavi, vero?” Dolce è stato il sussurro di questa terra. Una carezza sul collo, una riconciliazione premurosa.

Sardegna: Calasetta
Sardegna: Calasetta

Fenicotteri a Cagliari
Fenicotteri a Cagliari

Ma il rosa, no, chi se lo sarebbe aspettato? Quello dei fenicotteri. Un po' a distanza, forse. Ma per me mai così vicini. E proprio non ero preparato al viola spruzzato per le strade, in una dedizione decorativa che in questi tempi è quasi essenziale per l'animo.

Sardegna: vaso decorativo

Così come lo è il cibo, ovvio. Ma, ma, ma... Che vedo!? Rosso? O forse è arancione? No, non sono colori che voglio vedere. Aspetterò che arrivi il Natale per questi. E siccome oggi rosso significa chiusura, questo condimento sfacciato è nello stomaco che devo spedirlo. In lockdown.

Sardegna: Culurgiones
Sardegna: Culurgiones

A proposito di chiusure, mica male farsi ingoiare da un portone così, il cui legno sembra raccontare una favola, restituirci al suo interno le ore di vita che ci sono state sottratte. Non era il mio legno, purtroppo, ma per qualche secondo mi sono lasciato irretire.

Sardegna: portone

Sardegna: in treno verso nord

E poi via verso nord, sul treno nel verde, dove anche il cielo ha provato a riacciuffarci, lanciando verso di noi propaggini striate. Non ci è riuscito: l'ho poi intravisto specchiarsi nel mare, mentre noi lo attendevamo, lasciando ciondolare le nostre gambe nel vuoto.

Sardegna: Alghero

Ed è qui che la Sardegna ha calato insieme tutte le sue carte. A Bosa i suoi colori sono esplosi, mi hanno avvolto, hanno diviso i miei pensieri. Non in tre, ma in milioni di zone: tutte quelle che compongono le sfumature del nostro umore.

Sardegna: Bosa
Sardegna: Bosa

Nella complessità del periodo, io ho deciso di provare a trovare spunti di sorriso, consapevole che il mondo sta piangendo. Un po' come due fori di ventilazione (nella foto) che hanno tentato di farsi occhiali, pur sapendo di non poter bloccare il passaggio dell'aria.

Sardegna: Street Art

Perché i colori non servono solo a dare indicazioni. Sono nati per suggerire emozioni. Presumo.



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