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Italia in Bici: stupirsi dopo ogni Curva




Tutte le foto in questo articolo e le informazioni su di esse sono state fornite dall'intervistato: il mio amico Simone

Avrei dovuto arrivarci prima, quando uno dei miei migliori amici mi raccontava che ogni estate prendeva la sua bicicletta, raggiungeva un posto diverso in Italia, percorreva qualche centinaio di chilometri e ritornava. Mi ci è voluto qualche anno per mettere insieme i pezzi e scoprire che i suoi percorsi avevano una connessione strutturata. Ed è così che mi accingo ad intervistare Simone, che a mio avviso si è dato un obiettivo veramente interessante.

Liguria - Andora: targa commemorativa Thor Heyerdahl
Liguria - Andora: targa commemorativa Thor Heyerdahl

Simone, conosco già la risposta a questa domanda, ma vorrei che fossi tu a darmi una descrizione. Precisamente, qual è il percorso che ti sei prefissato di portare a termine?

« Ciao, Francesco. Ho pensato di percorrere e vedere tutte le coste dello “Stivale”, da Ventimiglia a Trieste. Anzi, come sempre mi correggi tu, a Muggia. Quando percorribile, passando il più vicino possibile al mare. In alcuni punti, data la particolare morfologia geografica del territorio o per la presenza di parchi naturali protetti, il percorso in bici (o a piedi) risulterebbe pericoloso, talvolta vietato. Sicché bisogna “addentrarsi” un poco nell’hinterland. »

Liguria: Riviera di Ponente
Liguria: Riviera di Ponente

Quando hai iniziato e come hai deciso di suddividerlo, per conciliarlo col tuo lavoro a tempo pieno?

« Ho iniziato nel 2015: da Ventimiglia a Pisa, la prima tappa. Ogni anno in estate, durante le ferie, inizio a pedalare e ad aggiungere chilometri a questo mio sogno. La suddivisione del viaggio è semplice e tiene conto di due soli fattori: dove arrivo metto una X; la meta finale di un determinato anno diventerà il punto di partenza dell’anno successivo. Inoltre scelgo una città importante e ben collegata a livello ferroviario come orientativa destinazione di arrivo: la logistica del trasporto bici lo impone. »

Liguria: fiume da Riviera di Levante
Liguria: fiume da Riviera di Levante

Che itinerario hai effettuato nel 2020 e dove sei arrivato?

« Quest’estate sono partito da Reggio Calabria e, percorrendo la costa jonica di Calabria e Lucania, ho raggiunto Taranto.

Tratto meraviglioso della Magna Grecia, dallo splendido mare che spazia dal turchese all’azzurro intenso. È zona di ricco valore storico e naturalistico. Capo Colonna, incantevole perla di questo infinito tesoro, ospita un pregevole e ben tenuto sito archeologico che mi è rimasto nel cuore, dati i miei adolescenziali studi classici. E non potendo (né volendo) tralasciare le più famose Roccella Jonica, Soverato e Krotone (il “K” è per ricordare le nobilissimi e antiche origini), sono arrivato nell’ahimè martoriata seppur meravigliosa Taranto. Che, come dormisse adagiata sull’omonimo golfo, attende da molto tempo un risveglio economico e sociale. »

Costa Toscana
Costa Toscana

Quanti altri anni pensi che ti ci vorranno per completare tutto l'itinerario?

« Lo devo calcolare studiando il territorio rimanente: al momento non ho la più pallida idea di quanto manchi a Muggia. Nei mesi futuri inizierò a dare un’occhiata conoscitiva. So di certo, però, che dal 2021 darò un'accelerata al progetto. Le “macro tappe” saranno due: una in primavera inoltrata (il bel tempo è un’esigenza imprescindibile) e poi la “solita” in estate. Sicché approssimativamente altri due o tre anni saranno necessari. »

Toscana: pineta a Viareggio
Toscana: pineta a Viareggio

Ok, queste erano le domande facili. Adesso cercherò di scavare più a fondo.

Ti ricordi la prima volta che siamo andati in bici insieme? Io mi sono fermato ai giri da 20km, tu sei andato ben oltre. Come è nata questa passione per il cicloturismo e soprattutto come hai fatto ad essere costante, nei limiti del possibile, con gli allenamenti?

« Questa mia passione nasce un po’ per caso: nel 2009 e nel 2010 vengo sottoposto a due interventi chirurgici che mi “costringono” ad abbandonare un vecchio amore, il calcetto. I medici mi comunicano che a livello sportivo l’unico movimento delle gambe che posso eseguire è quello in avanti. E allora corsa e bici entrano a tutti gli effetti a far parte di me. Poi, nel 2012, per combattere, affrontare e sconfiggere una mia enorme paura, intraprendo il primo viaggio in bici, direzione Potenza. Castelmezzano e Pietrapertosa, per la precisione. Qui effettuerò “Il volo dell’angelo” e sfiderò il terrore dell’altezza.

Per quanto concerne la costanza negli allenamenti, porrò stavolta io a te una semplice domanda: “quanto tempo sei disposto a investire su ciò che ti rende felice”? La risposta è il segreto di tale perseveranza. »

Tratto sul letto del fiume
Tratto sul letto del fiume

Un viaggio in bici, oltre ad essere un'esperienza sportiva, che richiede una certa preparazione, è anche un'esperienza emotiva. Sono ore e giorni di confessioni verso sé stessi e di sfide personali. Quali sono per te gli aspetti migliori e peggiori di questo modo di viaggiare?

« Decisamente il lato migliore è la completa libertà di scegliere ogni aspetto della vacanza: dal giorno della partenza alla durata del viaggio, dai luoghi da visitare al tempo di permanenza. Poi non è di minore importanza l’apertura di anima e mente che si acquista in quei giorni: conoscere veramente, coi propri occhi, località di cui si sente parlare in TV o sulla carta stampata, farsi una propria idea di esse. Far crollare luoghi comuni e preconcetti (amo questo aspetto) che qualcun altro ci vorrebbe imporre è meraviglioso. D’altra parte, il rovescio della medaglia è che al presentarsi di un qualsiasi inconveniente bisogna cavarsela da sé: una ruota che si fora, una caduta, un tratto di strada sconnesso (mi è capitato di percorrere letti asciutti di fiume) sono “problemi” che possono presentarsi a chi decide di fare cicloturismo. Certo è, comunque, che in Occidente tali inconvenienti sono oggi risolvibilissimi, grazie al tessuto socio-economico in cui si svolgono tali piccole avventure.

Il viaggio in solitaria, Francesco, è per chi sta bene con sé stesso e si apre alla possibilità di stupirsi dopo ogni curva cieca, al termine di ogni salita. Chi non teme la solitudine (altro nome della libertà) e la intende non necessariamente come un male, ma piuttosto come esigenza dello spirito, troverà allora sublime giovamento in tale esperienza. »

« Facendo cicloturismo da soli, si impara sin da subito che spesso si pedala col cuore e non con le gambe. »

Campania: Penisola Sorrentina #1
Campania: Penisola Sorrentina #1

Dai tuoi racconti mi sembra di capire che a volte, spontaneamente, nascono dei momenti di aggregazione con altri ciclisti. Condividete una parte del percorso, poi vi separate. Talvolta vi mantenete in contatto. Che ne pensi di questa dimensione semicollettiva del cicloturismo?

« Come già accennato, aprire anima e mente in questi momenti di “isolamento e allontanamento” dalle consuetudini quotidiane che sono parte (sicura e fondamentale) di noi stessi, significa anche esser pronti a percorrere e macinare chilometri con sconosciuti che condividono la stessa passione. Nei miei viaggi finora ho potuto incontrare ciclisti del posto che mi hanno dato indicazioni sui luoghi più belli da poter visitare. Ed allora la loro compagnia è stata di pochi chilometri. Ho anche incrociato in direzione opposta altri cicloturisti, con i quali ci siamo dati vicendevolmente consigli sul percorso già sostenuto, sulla strada migliore e sui posti da evitare per vari motivi, sicché ho potuto spezzare il silenzio per pochi minuti. Infine, ed è la chiave della domanda che mi hai posto, ho incontrato cicloturisti che andavano nella mia stessa direzione e abbiamo scelto di percorrere insieme il tratto comune. Non mi è mai capitato per più di un giorno, poiché le mete finali sono le più svariate e la voglia di “solitudine” è troppo forte e affascinante. Svelandoci reciprocamente cosa fosse per ognuno “fare cicloturismo”, ho avuto il piacere e - perché no? - l’onore di conoscere persone spettacolari. Ad oggi, dopo tre anni, sono ancora in contatto col grande Luigi di Torino, amico e cicloturista sognatore. »

Campania: Penisola Sorrentina #2
Campania: Penisola Sorrentina #2

Quali sono i luoghi d'Italia che fino ad ora ti hanno più colpito? Ce n'erano alcuni che hai trovato molto diversi da come te li aspettavi?

« La costa ligure, suddivisa in Riviera di Ponente (Ventimiglia-Genova) e Riviera di Levante (Genova-provincia di La Spezia), è qualcosa di spettacolare. Il Ponente, selvaggio e maestoso, si contrappone eppur si sposa perfettamente col Levante, più elegante e dolce.

Sono un appassionato di De André e visitare, o anche solo leggere sui cartelli stradali, i luoghi descritti nelle sue canzoni è stato molto emozionante. Genova, infatti, con i suoi caruggi pieni d’ombra possiede un’atmosfera antica e sensuale, mondana ma mai sporca, elegante ma sempre popolaresca. E dopo aver costeggiato il suo infinito porto schiude agli occhi il magnifico e rinomato Levante. Menzione e rispetto devo al Passo del Bracchetto, in provincia di La Spezia, per essere a livello sportivo una delle salite più belle e toste che abbia mai affrontato. »

Verso la Basilicata...
Verso la Basilicata...

« La penisola sorrentina è poi semplicemente ineffabile: l’uomo non ha ancora trovato parole (o più probabilmente io non le conosco) per descrivere quei luoghi. Ad oggi i più belli che abbia visitato in questa mia piccola avventura in bici. Sono certo nell’affermare che una vita non può essere ritenuta ben vissuta se almeno una volta non vi si è stati per vedere coi propri occhi tale spettacolo della natura. Ma queste, Francesco, sono solamente due tra le tantissime meraviglie che ho avuto la fortuna (ed anche un po’ il coraggio) di poter ammirare.

Ed infine, tra i luoghi che mi hanno sorpreso c’è la Calabria. Spesso al centro di cronache tragiche e di maldicenze mediatiche, è invece terra dalle mille sensazionali sorprese: le montagne a picco sul mare rendono la sua costa tirrenica impervia eppur affascinante, mentre la più dolce costa jonica è ancora lo scrigno perfetto e immortale della Magna Grecia. E poi la gente, il cibo, gli sterminati campi di frutta e verdura, gli uliveti, i lungomare, le isole che si vedono dalla costa ed altre strabilianti meraviglie potranno ammutolire e stupire anche il più feroce tra i critici. »

Calabria: veduta Isola di Dino
Calabria: veduta Isola di Dino

Raccontaci qualche aneddoto di viaggio. Come si dice a Roma: “facce ride”. O sognare, se vuoi.

« Estate 2020, sono in direzione di Taranto. Percorrendo, per la maggior parte, la SS 106 Jonica incontro cartelli stradali con l’indicazione di quanti chilometri manchino alla città del golfo. »

Calabria: veduta Stretto di Messina
Calabria: veduta Stretto di Messina

« Sicché leggo “TARANTO 181” e penso: “ancora un paio di giorni e ho finito”. Continuo a pedalare per un’oretta circa e rileggo “TARANTO 161”. “Ottimo, 20 chilometri all’ora: in mountain bike, col peso delle valigie e qualche giorno sulle gambe. Sono veramente fiero di me”. Altra oretta: “TARANTO 171”. “Devo aver letto male, impossibile”. E poi: “TARANTO 161”. “Sto girando in tondo! Ma se il mare ce l’ho sempre a destra!?” Ennesima ora a pedalare: “TARANTO 161”. “Ho capito, qualsiasi percorso uno faccia, a qualsiasi velocità, Taranto sarà sempre a 161 chilometri”. Continuo a pedalare. E ancora “TARANTO 171”. “Adesso mi è chiaro, Taranto si sposta come l’orizzonte, non esiste, è un sogno, una chimera. Infatti mai conosciuto uno di Taranto. È una leggenda, un’utopia. Non arriverò mai a Taranto, nessuno ci è mai riuscito, resterò qui tra i 171 e i 161 chilometri. Morirò col dubbio di non sapere mai il perché dell’1 finale! A me Taranto sarebbe piaciuta tanto. Addio per sempre, dolce Taranto...”

Sono riuscito comunque a raggiungerla. Credo con un balzo spazio-temporale, non so spiegarlo bene. O forse sono ancora lì, in quell’odissea degna della Magna Grecia. Se un giorno anche voi, cercando di raggiungere Taranto, scorgerete sul bordo della strada un ciclista stanco ed affranto, oramai vecchio e folle, quello sarò io. Appuntamento lì, tra i 171 e 161 chilometri, la distanza da un meraviglioso e irraggiungibile sogno. »

Calabria: veduta Etna da lontano
Calabria: veduta Etna da lontano

L'Italia, lo sappiamo tutti, non abbonda di piste ciclabili. Anche se ci sono dei segnali che vanno verso quella direzione. Trovi difficoltoso viaggiare su strada in Italia? Che consigli daresti a chi volesse intraprendere un percorso simile al tuo?

« Lungo la costa in bici, posso dirti che di piste ciclabili ce ne sono pochissime, come del resto pinete o strade bianche. La maggior parte delle volte ci si trova lungo strade statali: queste nei centri abitati sono a scorrimento lento, con limiti di velocità per le auto relativamente bassi. Uscendo, la pericolosità cresce, data la velocità delle auto. In linea di massima lo spazio a bordo strada per la bici c’è, sicché andare è possibile, ovviamente con i rischi e gli imprevisti che corre un qualsiasi ciclista. Per chi volesse iniziare un viaggio simile, consiglio allenamenti giornalieri su strada asfaltata per almeno 2 mesi, con salite importanti, e almeno qualche uscita di 100 chilometri o 6/7 ore: per vedere e capire la propria resistenza, la soglia del dolore e soprattutto come ci si sente il giorno dopo. Io inframezzo all’allenamento in bici anche uscite di corsa a piedi per aumentare fiato e potenza della parte bassa delle gambe (fattori fondamentali quando si affrontano lunghe salite). Ribadisco però che questi viaggi si fanno col cuore. Le gambe sono importanti, certo, ma se non si ha la voglia di mettersi in gioco, ci si arrenderà subito. »

« Puoi allenarti quanto vuoi, ma ci sarà sempre una salita che cercherà di domarti. »

Calabria: Golfo di Squillace
Calabria: Golfo di Squillace

Oltre all'allenamento, quali sono gli aspetti logistici da tenere in considerazione per questo tipo di viaggio? Mi riferisco, ad esempio, all'attrezzatura, al bagaglio, alla prenotazione degli alloggi.

« Sembrerà sciocco e ovvio ma, per prima cosa, bisogna conoscere il percorso che si vuole affrontare: intendo distanza, dislivelli, le città che si attraverseranno per orientarsi e non doversi fermare continuamente a controllare le mappe. E quindi un giro su internet è d’obbligo.

L’attrezzatura di cui non si può fare a meno sono le borse da bicicletta (ce ne sono di tutti i prezzi). Per iniziare ho montato un portapacchi posteriore sul quale vi sono attaccate le suddette borse. Poi una medio-piccola sul manubrio ed una piccola sul telaio. Ciò che mettere dentro è al giudizio del singolo: consiglio comunque di non caricare troppo, altrimenti il peso si farà sentire.

Riguardo alla prenotazione degli alloggi, a mio avviso non serve: in Italia c’è più offerta rispetto alla domanda. E poi, non potendo prevedere i chilometri giornalieri, mi risulta impossibile conoscere il luogo in cui mi fermerò. »

Calabria: Le Castella
Calabria: Le Castella

Una volta completato il giro della costa italiana, pensi di iniziare un percorso simile in un altro paese?

« Purtroppo non so risponderti. Mancando ancora tanti chilometri all’arrivo a Muggia, non penso ancora ad un ipotetico viaggio futuro. Per ora sono concentrato su questo. »

Calabria: mare Capo Colonna
Calabria: mare Capo Colonna

Per concludere, torno al filosofico. Dato che stai percorrendo la costa, inevitabilmente nel tuo itinerario c'è tanto mare. Definiscimelo allora, il mare. Quello che vedi fuori e quello che hai dentro.

« I colori e i profumi che ho potuto vedere e sentire mi sono entrati dentro, nel profondo, ed è sublime il pensiero di essi. E quando, poco prima di dormire, nel silenzio della notte, i ricordi riaffiorano alla mente, mi sento felice sapendo che questi saranno comunque miei soltanto. Anche se potrà sembrarti sciocco, voglio dirti che AMO sopra ogni cosa ripensare ad un paesaggio o ad una strada e non ricordare dove siano precisamente ubicati. Questo perché la semplice consapevolezza di esserci stato davvero mi ripaga di tutte le difficoltà affrontate.

In questi viaggi ho capito di potermi ritenere fortunato a vivere e ad essere nato in Italia. Percorrendo strade poggiate su montagne a picco o infiniti rettilinei pianeggianti, attraversando silenti paesi da fiaba o entrando nelle sonanti pinete della macchia mediterranea, dove il canto potente e ritmato delle cicale regna su tutto, ho inteso quanto il mare, misterioso eppur affascinante, sia parte di me. L’orizzonte è solo l’inizio! »

Calabria: sito Capo Colonna
Calabria: sito Capo Colonna

Grazie mille, Simone. Spero che da oggi ci sia qualche amico in più a fare il tifo per te.



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