Acqua e curve: la mia Costiera Amalfitana

A volte i treni vanno semplicemente presi, senza pensarci troppo su. E parlo in senso letterale. Così, circa dodici ore prima, io e mia moglie abbiamo comprato un biglietto di sola andata, Roma – Salerno.

Non è che non intendessimo più ritornare: sapevamo che saremmo stati fuori soltanto due notti. Eppure abbiamo voluto lasciarci aperto il ritorno. L'ora del rientro, ma sopratutto il luogo da cui ripartire.

Ci siamo alzati prestissimo la mattina, con l'idea di visitare finalmente la Costiera Amalfitana. In tanti anni non ci avevo mai portato mia moglie ed era il caso di rimediare. Non credete?

Abbiamo fatto un giro di qualche ora per Salerno, forse anche un po' troppo velocemente, ammetto, e poi abbiamo iniziato a percorrere la Costiera a tappe. La prima: Vietri sul Mare.

Che non è poi tanto distante da Salerno. Nemmeno il tempo di salire sul bus, che eravamo già lì. Naturalmente, ancora non avevamo idea di dove avremmo pernottato. Idealmente, ad Amalfi, però chissà...

Per molti sembrerà una cosa da nulla, una prassi comune. Ma per me tutto ciò rappresenta un totale cambio di paradigma, a cui mi sono abituato dall'anno scorso (2020). Precedentemente, ero portato a pianificare fin troppo dettagliatamente, cosa che mi riesce molto bene per indole. Ho cambiato perché costretto e oggi posso dire che la cosa inizia anche un po' a piacermi.

Ci sono degli aspetti negativi, non lo nego: ad esempio dal punto di vista economico, specie per i trasporti, molte volte si paga di più. E anche dal punto di vista organizzativo, spesso si è costretti a portare tutto il proprio bagaglio dietro. Nel mio caso, leggero. Non ho più vent'anni e non so per quanto potrò continuare con questa modalità. Magari convergerò verso un sistema ibrido.

Ma oggi, ancora no, non è possibile.

Non lo dico per fare polemica: ma come niente oggi possono cambiarti le regole da un momento all'altro, cancellarti un volo, spostarti la prenotazione per un vaccino. È il tempo dell'ideazione degli obiettivi, ma non quello delle strategie minuziose. È tempo da capitani, non quello da generali. Va colto il momento, vanno sfruttate le aperture. L'alternativa, pur rispettabile, è l'attesa difensiva.

Ma attendendo e basta si perderebbe tutta l'ampiezza, si lascerebbero che i colori si infilino sempre sugli stessi occhi. E loro non chiedono altro che propagarsi ed essere accolti. Penso di meritare un po' di luce nuova, penso sia giusto concedermi una fuga intermittente. Dimenticare, dimenticarmi.

E qui arrivano le curve. Su strade in bilico sul mare, iniziano a darmi suggerimenti. “Gira, folle Stray. Aggira i brutti pensieri, i ricordi sgraditi.”

Le acque danno manforte: “Sii, liquido, Stray. Non pensare, permea, lasciati permeare.” Così le immagini mi avvolgono, i ricordi e le impressioni si mescolano. I terrazzamenti mi colgono di sorpresa e sparano per un istante la mia mente a Bali, la mia anima al Perù. Sono ancora qui, l'azzurro intenso mi recupera e mi spinge avanti.

Laggiù c'è un nuotatore, nel fresco del pieno pomeriggio. Ed è lo stesso fresco che sento sulla mia pelle.

Respiro, respiro: è tutta una questione di voler riempirsi del mondo.

E alle fine è proprio ad Amalfi che facciamo sosta. Ed è lì che pernottiamo, un po' fuori città, lassù. Rientriamo che c'è ancora luce, ancor prima che la legge ce lo imponga. Isolato e distante, come è richiesto. Sì, ma dove dico io. Come dico io.

Il giorno dopo si riparte, ma con calma. Non ho piani, se non quello di concedermi una lenta colazione salutando una splendida veduta.

Costiera Amalfitana: colazione con veduta

Via di nuovo, dedichiamo ad Amalfi il meritato tributo passeggiando tra le sue vie. È sabato è la città si anima. Cominciano a far capolino anche i turisti. Non sono solo italiani. È la vita ad essere liquida. Nel bene e nel male si inserisce ovunque, trova modo di riavviarsi. Mi concedo l'egoismo di sentirmi lieve per qualche minuto.

Di nuovo sul bus, di nuovo curve. Più avanti un tunnel: mi rammenta che a volte è necessario procedere, pur con qualche incognita. Ché magari ci sono altre sorprese, altri colori ad aspettarti dove meno te lo aspetti. Non sono coraggioso per natura, cerco di spronarmi per necessità. Tento di strizzare l'occhio al cambiamento, quando la stasi si preannuncia infruttuosa.

Che poi non tutte sono incognite. Quando sai che ad attenderti c'è Positano, hai la garanzia che più di tanto male non potrà andarti. Anche se hai gli zaini sulle spalle: leggeri, ma più pesanti del portafoglio che lungo il cammino si svuota.

A riempirsi, però, è il bagaglio di immagini da portarsi via, tanto che qualunque elemento si presta ad essere cornice.

Come sono tornato? In qualche modo l'ho fatto. Magari volando, magari è la Terra ad aver ruotato sotto le mie suole.