Identità: io e Palermo
"L'unica area in Italia che mi sorprende ancora." Questo è ciò che mia moglie taiwanese dice sempre quando parla della Sicilia. In un certo senso, potrei ribadirlo anch'io. Ma, in verità, la Sicilia è entrata nella mia anima ancor prima di visitarla per la prima volta, soprattutto attraverso le parole di uno dei suoi più grandi scrittori: Luigi Pirandello.
Non so fino a che punto lo stile di Pirandello abbia indirizzato il mio stile di scrittura, ma sono sicuro che le sue opere abbiano esercitato una profonda influenza sul mio modo di intendere la vita. Ero ancora adolescente quando ho iniziato a leggerlo: il suo romanzo "Uno, nessuno e centomila" mi ha letteralmente riprogrammato il cervello. Subito dopo aver finito di leggerlo, ho potuto affermare di essere una persona diversa. Da quel giorno, ho iniziato a guardare il mondo da un'altra angolazione.
Ecco perché la poliedrica città di Palermo si è rivelata molto adatta ai miei gusti: una città con una storia così complessa, frammentata in così tanti stili artistici. Sarebbe difficile definire una singola identità se il definire rappresentasse una priorità. Non è la mia..
Quindi, inizierò a portarti in giro per la città, come ho fatto io. Cominciamo a contare insieme, ti va?
Esco per il centro e la prima cosa che noto è questo chiosco in stile art nouveau. È lì dalla fine del XIX secolo ed è ancora in uso. Sembra che la piccola cupola di quel chiosco sia stata progettata in modo da ricordare il Brasile, dove l'architetto Basile aveva precedentemente viaggiato. Sapevo che Palermo aveva molte identità, ma di sicuro non potevo aspettarmi questo piccolo accenno brasiliano. Contiamolo, comunque: 1
Cosa ho contato? La parte brasiliana, perché prenderò in considerazione lo stile Art Nouveau subito dopo. Voglio dire, da quel chiosco devi solo attraversare la strada per arrivare al Teatro Massimo, che è stato progettato dallo stesso architetto. E questo edificio ha anche alcuni elementi in stile art nouveau, insieme a quelli neoclassici. Quindi sono 2 o 3? Va bene, smetto di contare.
E lo stile del cielo luminoso? So che non esiste davvero un nome del genere, ma che ci posso fare!? A Palermo anche il cielo sembra una forma d'arte. O, almeno, sono stati così bravi da riuscire ad integrarlo con l'architettura. Non posso negare che, giungendo ai Quattro Canti, non puoi fare a meno di guardare in alto ed iniziare a rappresentare nella tua mente un cerchio celestiale.
Si tratta di una piazza ottagonale nel centro della città: quattro lati dell'ottagono altro non sono che quattro splendidi edifici barocchi, la cui facciata curvilinea premia l'osservatore con quel meraviglioso effetto.
Non stavo parlando di identità? Allora basta girare dietro a uno dei canti per trovare una fontana monumentale che di identità ne mostra molte, sotto forma di statue: principalmente divinità greche e romane.
Questa fontana è circondata da edifici su tre lati, ma la mia vista è stata attratta principalmente dal quarto oltre la strada: la cupola della chiesa di San Giuseppe dei Teatini, che è tutta maiolicata. E (come ho già scritto qui) è difficile per me resistere a colori ben abbinati.
Nel caso in cui non fossi abbastanza sorpreso, a pochi passi da lì c'è una chiesa chiamata Santa Maria dell'Ammiraglio. Bene, qui gli stili combinati sono quattro: normanno, bizantino, barocco e arabo. Ciò è dovuto alle molte trasformazioni che questo edificio ha subito nel corso della sua storia (il primo completamento risale al XII secolo.)
Questa miscela continua nella meravigliosa Cappella Palatina che, insieme agli stili architettonici bizantini e normanni, presenta alcuni elementi fatimidi. Stai ancora contando? Io no.
E non oserò nemmeno iniziare a contare quelli della Cattedrale di Palermo, che è una vera e propria vetrina di stili diversi, identità diverse di un popolo con una storia lunga e complicata. Anche se è stato modificato molte volte, mantiene un'armonia maestosa.
Questa città è una, ma ci scopri centomila combinazioni di elementi stupefacenti, che potrebbero farti sentire come se non fossi nessuno.
Ma anche se ti senti un po' disorientato, i siciliani sono lì per darti indicazioni, per ispirarti opportunità di riflessione, mentre cammini attraverso gli stand colorati o ti imbatti in un'inaspettata street art, in un'area che non è stata ricostruita o restaurata dopo la seconda guerra mondiale.
E infatti mi è capitato quando sono entrato in un piccolo bar. Il proprietario era un ragazzo più o meno mio coetaneo ed abbiamo iniziato a chiacchierare.
Non so perché, quando sono in Sicilia, inizio sempre a conversare con le persone. Sull'autobus, in un bar, a volte anche per la strada. Sono loro o sono io? Chi sono io? Sono lo stesso me, quando metto i piedi sul territorio siciliano? Percepiscono che sono una persona diversa quando ci arrivo? Lo Stray Idler che sta scrivendo ora non è in grado di rispondere, perché la sua identità è cambiata di nuovo.
Molti siciliani, quando apprendono che vengo da Roma, reagiscono con entusiasmo. Sembrano amare sinceramente Roma, mentre io ho un sentimento agrodolce verso la mia città (come ho scritto qui). Alcuni di loro hanno persino vissuto a Roma, di solito intorno ai vent'anni. E ne conservano un buon ricordo. Proprio come il gestore di quel bar.
Dopo aver chiacchierato per un po', gli ho parlato dell'azienda per cui lavoro, che è una delle più grandi in Italia e ha molte filiali in tutto il paese. Compresa Palermo, ovviamente. E lui ha cambiato inaspettatamente approccio, intendo in senso positivo. Mi ha sorriso e improvvisamente mi ha detto: "Perché non ti trasferisci qui? È gennaio in questo momento e guarda che tempo che abbiamo qui!" In effetti, indossavo una giacca che di solito indosso all'inizio della primavera, quando sono a Roma.
Ha cominciato con il tempo, ma ha continuato a rappresentare molti altri aspetti della bella vita siciliana. Non scriverò di tutti loro, ma devo ammettere che concordo con la maggior parte di essi e questo fatto mi ha scosso un po': non era la prima volta che mi veniva suggerito di trasferirmi altrove per conseguire una migliore qualità della vita, ma si trattava della prima proposta che non sarebbe stata troppo complicata da mettere in atto.
Non ho ancora seguito tutti i suoi consigli, ma almeno uno sì... Mi ha chiesto: "Sei già stato a Mondello?" È inverno, fa buio presto, ma dovresti riuscire ad arrivarci prima del tramonto."
L'ho fatto e ho trovato la famosa spiaggia in quelle che per me erano le condizioni ideali. Per me, per l'identità che stavo portando in giro in quel momento. Questa località balneare è animata e vivace durante l'estate, forse anche durante la maggior parte dell'autunno e della primavera, a causa del tiepido clima siciliano. Ma d'inverno... L'inverno è un'altra cosa.
Anche a Mondello ci sono cose da vedere: come l'Antico Stabilimento Balneare, che è un altro meraviglioso esempio di Art Nouveau. Ma io non ero più un turista quando sono arrivato lì: ero semplicemente un ragazzo che cercava di rimodellare i suoi centomila pensieri, sentendomi come un signor nessuno che ammirava un'unica, pacifica, meravigliosa veduta.
Alcune informazioni pratiche:
L'area di Mondello si trova a poco più di 10 km dal centro di Palermo. Se vuoi arrivarci con i mezzi pubblici, ci sono diversi collegamenti in autobus. I servizi dal centro città sono intensificati durante l'alta stagione.
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